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The Deadbeats Official Website | Rock Alliance Official Website | Bootleg Booze Records Official Website | ||||||||||||||
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Tornano in pista gli svedesi The Deadbeats (attivi dal '96) con il loro
secondo lavoro su lunga distanza (dopo l'omonimo lavoro uscito nel '99 per
Fueled Up Records ed un paio di 7'') sotto l'egida della connazionale Rock
Alliance, divisione di Bootleg Booze Records. Un titolo come "Long
Hard Night" basta a spiegare lo stile di vita di questi 4 schiavi del
rock'n'roll, per le cui vene di birra deve esserne passata a fiumi e sulla
cui pelle è segnata la decadenza e la degenerazione figlia irriverente
dei grandi ribelli del passato. Ma, per fortuna, da queste parti non è
tutta scena, e "Long Hard Night" è invaso da composizioni
che corrono sulla strada solcata dai The Hellacopters degli ultimi tempi,
da "High Visibility" all'ultimo "By The Grace Of God".
Traspaiono somiglianze davvero evidenti a partire dal timbro vocale di Andreas
Axelson (principale songwriter della band) per arrivare sino al gusto per
la melodia, fusa e magistralmente bilanciata con il lato più ruvido
ed elettrico. Le chitarre sono ben presenti ed in alcuni frangenti sanno
graffiare a dovere, ma non diventano mai troppo invadenti o eccessivamente
rozze. Quando si ritagliano le luci della ribalta lo fanno più con
uno straripante feeling che non con l'attitudine di chi ha da far saltare
gli amplificatori. "Long Hard Nights" suona nel verso dello scan
rock viscerale ma di classe, facilmente fruibile ed indiscutibilmente sottolineato
da un retrogusto settantiano che trova il suo massimo splendore nelle puntellature
dell'Hammond di Sara Eriksson. Quali brani migliori vi segnalerei "Perfect
World", che nelle sue sfumature evoca per brevi tratti il southern
rock d'autore, la scatenata e veloce "Can't Get Up", la pregna
di feeling "Too Late To Save", graziata dall'apporto delle background
vocals che creano cori intrisi di pathos. Si può quindi proseguire
con "Same Damn Thing" ed il suo incessante riffing estrapolato
dal trademark degli Ac/Dc per passare poi al fantastico finale lasciato
ai tasselli di "Too Much" e della titletrack. La prima è
il brano più incendiario di tutto il lavoro, scorretto e sfacciato,
solcato dal pregevole e prezioso lavoro solista delle chitarre, mentre la
seconda incanta tramite incredibili ed armoniose linee vocali, capaci di
raggiungere il loro massimo ipnotismo all'altezza del refrain. Da queste
parti non si incontrano fillers. "Long Hard Nights" parla di un
contesto nel quale tutto rimane su standard qualitativi elevati, a partire
dagli aspetti legati alla produzione, passando per il songwriting, fino
ad arrivare all'ottima opera di packaging, in versione digipack. I The Deadbeats
mostrano con questo full-length un'originalità vicina allo zero assoluto,
ma non potrei mai relegare nel dimenticatoio o nel caso di spregevole plagio
una band che snocciola 12 brani di tale caratura. Sta a voi decidere se
"Long Hard Nights" ha un senso o meno, io la mia scelta l'ho già
fatta. Se volete un consiglio, calpestate il senso di déjà
vu ed iniziate a deliziare i vostri timpani con la colonna sonora delle
vostre lunghe notti di baldoria assoluta. Un must per 'Copters maniacs,
un must per rock'n'rollers! Recensione Realizzata da Bruno Rossi |
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